Coronavirus Mers-Cov

La Sindrome  Respiratoria Medio-Orientale è una malattia virale respiratoria riportata la prima volta in Arabia saudita nel 2012. E’ causata da un coronavirus, chiamato MERS-CoV. La maggior parte delle persone con casi confermati  di MERS-CoV sviluppa una severa malattia respiratoria con febbre, tosse e dispnea. Circa la metà delle persone colpite muore. Finora tutti i casi sono stati collegati a paesi della penisola arabica come Arabia saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Giordania e Kuwait. Il virus ha mostrato di diffondersi dalla persona malata alle altre attraverso uno stretto contatto. Tuttavia, fino ad ora il virus non ha mostrato di esser capace di diffondersi in modo sostenuto in una comunità.  La situazione è comunque in evoluzione. Al 17 marzo 2014, A livello globale, dal settembre 2012 ad oggi, sono stati segnalati all’OMS 191 casi confermati in laboratorio di infezione da MERS-CoV, tra cui 82 decessi.

Sulla base della situazione attuale e delle informazioni disponibili, l’OMS raccomanda a tutti gli Stati membri di continuare la sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (SARI) e a rivedere attentamente eventuali modelli insoliti.

Le misure di prevenzione e controllo delle infezioni sono fondamentali per prevenire il diffondersi di MERS- CoV nelle strutture sanitarie. Le strutture sanitarie che forniscono assistenza ai pazienti con sospetta o confermata infezione MERS-CoV devono adottare misure adeguate per ridurre il rischio di trasmissione del virus da un paziente infetto ad altri pazienti, operatori sanitari e visitatori. Gli operatori sanitari dovrebbero essere istruiti, formati e aggiornati con competenza in materia di prevenzione e controllo delle infezioni. Non sempre è possibile identificare precocemente i pazienti con MERS -CoV perché alcuni presentano sintomi lievi o inusuali. Per questo motivo, è importante che gli operatori sanitari applichino costantemente le precauzioni standard per tutti i pazienti – indipendentemente dalla loro diagnosi – in tutte le pratiche di lavoro, per tutto il tempo.

Alle precauzioni standard dovrebbero essere aggiunte le mascherine quando si presta assistenza a tutti i pazienti con sintomi di infezione respiratoria acuta. Le mascherine  più gli occhialini devono essere indossati quando si assistono casi probabili o confermati di infezione MERS-CoV. Le precauzioni respiratorie sono indicate durante l’esecuzione di procedure che generano aerosol.

I pazienti devono essere gestiti come potenzialmente infetti quando i sintomi clinici ed epidemiologici suggeriscono fortemente MERS-CoV, anche se un test iniziale su un tampone nasofaringeo risulta negativo. Il test dovrebbe essere ripetuto quando il test iniziale risulta negativo, preferibilmente su campioni delle basse vie respiratorie.

Gli operatori sanitari sono invitati a mantenere la vigilanza. I viaggiatori di recente ritorno dal Medio Oriente che sviluppano SARI dovrebbero essere testati per MERS-CoV, come consigliato dalle attuali raccomandazioni sulla sorveglianza.

L’OMS ricorda  a tutti gli Stati membri di valutare tempestivamente e di notificare  all’OMS ogni nuovo caso di infezione da MERS-CoV, insieme alle informazioni circa esposizioni potenziali che possono aver provocato l’infezione e una descrizione del decorso clinico. Un’indagine epidemiologica sulla fonte di esposizione dovrebbe essere iniziata tempestivamente per identificare la modalità di esposizione, in modo da impedire l’ulteriore trasmissione del virus. Le persone ad alto rischio di malattia severa causata da MERS-CoV devono evitare il contatto con gli animali quando visitano aziende agricole o fienili dove è provato che il virus sia potenzialmente circolante. Tutte le persone che visitano una fattoria o un fienile dovrebbero rispettare le misure igieniche generali, quali il lavaggio regolare delle mani prima e dopo aver toccato animali, evitare il contatto con animali malati e attenersi a corrette pratiche di igiene alimentare.

L’OMS non raccomanda di eseguire alcun test ai viaggiatori nei punti di ingresso dei Paesi membri né, attualmente,  alcuna restrizione a viaggi o a rotte commerciali.

Informazioni aggiornate sulla MERS-CoV si possono trovare sui siti dell’OMS, della CDC americana e dell’EC- DC. Alleghiamo alcuni indirizzi internet utili:

-CDC Middle East Respiratory Syndrome (MERS): http://www.cdc.gov/coronavirus/mers/index.html

-Middle East Respiratory Syndrome (MERS) Interim Guidance for Airline Crew: ReportI / Travelrs on Flight arriving to the United States (http://www.cdc.gov/quarantine/travel-industry/air mers-interim-guidan- ce-airline-crew-report-ill-travlers-flights-arriving-united-states.html  (CDC Quarantine site).

-WHO Coronavirus Infection: http://www.who.int/csr/disease/coronavirus/infections/en/index/html e http://www.who.cdc.gov/other/disclaimer.html.

-Novel Coronavirus, Publich Health England: http://www.hpa.org.uk/Topics/InfectiousDiseases/Infection- sAZ/NovelCoronavirus/ e http://www.cdc.gov/Other/disclaimer.html.

-ECDC:Updates to Rapid Risk Assessment on MERS-CoV (PDF): http://www.ecdc.europa.eu/en/publications/ publications/risk-assessment-middle-east-respiratory-syndrome-coronavirus-MERS-CoV-17-may-2013.pdf. E http://www.cdc.gov/Other/disclaimer.html.

Update: Recommendations for Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus (MERS-CoV): http://www.cdc. gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm6227a4.htm?s cid=mm6227a4.  MMWR July 12, 2013/62(37);557. Update: Severe Respiratory Illness Associated with a Novel Coronavirus- Worldwide, 2012-2013: (http:// www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhhtml/mm62e0307a1.html? S cid=mm62e0307a1 x) MMWR Mar- ch 7, 2013/62 (Early Release); 1-2

Severe Respiratory Illness Associated with a Novel Coronavirus- Saudi Arabia and Qatar, 2012 (http:// www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhhtml/mm61e1004a1.html? S cid=mm61e1004a1 e) MMWR Octo- ber 12, 2012/61;820.

Coronavirus Sars

SARS coronavirus (SARS-CoV) – Virus identificato nel 2003. Il SARSCoV è ritenuto  essere un virus di origine anima- le che deriva da un serbatoio ani- male non ancora conosciuto, forse pipistrelli, che si diffonde ad altri animali (civette) e che ha infettato poi esseri umani nella provincia del Guangdong della Cina meridionale nel 2002. Nel 2003, un’epidemia di SARS aveva infettato 26 paesi e causato 8.000 casi La malattia apparve nel novembre

2002 nella provincia del Guangdong del sud della Cina. Questa area è considerata una potenziale zona di ri-emergenza del SARS CoV. Altri paesi/aree in cui avvennero catene di trasmissione uomo-uomo si verificarono dopo precoce importazione di casi furono: Toronto in Canada, Hong Kong, Taipei a Taiwan, Singapore e Hanoi in Viet Nam. Dalla fine dell’epidemia nel luglio 2003, sono stati riportati globalmente quattro casi di SARS, tre attraverso incidenti di laboratorio (Singapore e Taiwan) e uno nel sud della Cina in cui la fonte dell’infezione rimane indeterminata sebbene le circostanze indichino che vi sia stata trasmissione dall’animale all’uomo.

La trasmissione  del SARS-CoV avveniva principalmente da persona a persona soprattutto durante la seconda settimana di malattia corrispondente al picco dell’escrezione del virus nelle secrezioni respiratorie e nelle feci e avviene quando la malattia peggiora clinicamente. La maggior parte dei casi di trasmissione interumana è avvenuta in ambiente ospedaliero in assenza di adeguate precauzioni di controllo dell’infezione. I sintomi iniziali, simil-influenzali,  erano febbre, malessere, mialgie, cefalea, diarrea, brividi e tremori, nessuno specifico. Tosse (secca all’inizio),dispnea e diarrea erano presenti nella prima e o seconda settimana di malattia. Spesso i casi severi evolvono rapidamente verso l’insufficienza respiratoria e richiedono cure intensive.

Nel caso la SARS riemerga in forma epidemica,  l’OMS provvederà  a dare indicazioni relative ai rischi di viaggi in aree infette. I viaggiatori dovranno essere aggiornati in merito a tali raccomandazioni. Tuttavia, anche durante l’apice dell’epidemia del 2003, il rischio complessivo di trasmissione del virus della SARS nei viaggiatori è stato basso.

Crociere

La crociera  è scelta da un numero crescente di turisti, specie da quelli appartenenti alla terza età, a causa delle comodità che offre, delle opportunità di divertimento e vita sociale e nello stesso di vedere a terra città portuali di grande fascino. La durata media è una settimana. Una tipica nave da crociera può trasportare oltre 3000 passeggeri e 1000 membri dell’equipaggio.

Il nuovo Regolamento sanitario Internazionale, attivo dal 2007, si occupa anche dei requisiti delle operazioni che devono essere fatte sulle navi. Ci sono standard internazionali  che riguardano l’igiene delle imbarcazioni e dei porti, la sorveglianza delle malattie infettive e la risposta da dare in caso di epidemie. Vi sono anche indicazioni riguardo la fornitura di acqua e cibo sano, il controllo dei vettori e dei roditori e lo smaltimento dei rifiuti. In accordo all’articolo 8 dell’International Labour Organization Convention (1987) le imbarcazioni che trasportano un equipaggio formato da più di 100 persone in un viaggio internazionale di durata di tre gg o più deve avere un medico per l’assistenza sanitaria dell’equipaggio. I traghetti non hanno una sala per le emergenze, ma designano una persona per prestare soccorso. Il contenuto della cassetta dei medicinali della nave deve essere in accordo con le raccomandazioni internazionali e con le leggi nazionali per le navi commerciali  che solcano gli oceani, ma non esistono obblighi speciali sul contenuto della cassetta per le navi da crociera.

L’età media del viaggiatore da crociera è 45-50 anni. Gli anziani rappresentano un terzo dei passeggeri. Poiché essi sono più facilmente portatori di patologie croniche, si spiega perché oltre la metà delle visite mediche urgenti vengono fatte a persone di età>di 65 anni. A causa delle variazioni climatiche, dei cambiamenti di dieta, dei bioritmi e nell’attività fisica, del maggiori livello di stress, della fatica, gli anziani possono vedersi peggiorare le condizioni di salute. La patologia cardio-vascolare rappresenta la principale causa di mortalità durante una crociera. Vi possono essere lesioni dovute a cadute o altri incidenti, patologie dentarie, ustioni per scorretta esposizione a sole. Patologie legate ai movimenti delle imbarcazioni si verificano prevalentemente nel caso di barche, battelli o navi di piccole dimensioni.

Prima dell’imbarco i viaggiatori devono consultare un medico per accertare il proprio stato di salute in rapporto alla durata del viaggio ed all’impegno psico-fisico che esso comporta, per considerare l’utilità di vaccinazioni in rapporto allo stato immunitario e per concordare una farmacia da viaggio in grado di affrontare eventuali disturbi tra cui quelli legati a cinetosi. Sarebbe bene consultare anche il proprio dentista per un controllo.  Può essere utile stipulare una polizza assicurativa in grado di coprire i rischi sanitari. A bordo, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni disinfettanti.  In caso di diarrea o febbre a bordo, riportare immediatamente l’informazione allo staff medico ed una volta sbarcati al proprio medico.

Danni da scorretta esposizione al sole

I raggi ultravioletti (UV) del sole comprendono gli UVA (lunghezza d’onda 315-400 nm) e gli UVB (280-315 nm), pericolosi per la pelle e per gli occhi. L’intensità delle radiazioni  UV viene espressa dall’indice di irraggiamento solare UV (Global  Solar UV Index) che misura la radiazione pericolosa per la pelle. L’indice descrive il livello della radiazione solare UV alla superficie della Terra. La scala parte da zero; maggiore è il valore dell’indice, maggiore è il rischio di lesioni della pelle e degli occhi per un tempo di esposizione sempre più breve. I valori dell’Indice sono raggruppati in categorie di esposizione, i valori estremi sono superiori a 10. In generale, più ci si avvicina all’equatore più l’indice è elevato. Le radiazioni  UVB sono particolarmente intense in estate, nelle 4 ore attorno al mezzogiorno  solare. Le radiazioni  UV possono penetrare l’acqua chiara fino ad un metro di profondità o più. Le reazioni avverse delle radiazioni ultraviolette del sole sono le seguenti:

  1. L’esposizione alle radiazioni UV, specie le UVB, possono produrre  una severa ustione  debilitante, particolarmente nelle persone con pelle chiara.
  2. L’esposizione degli occhi può provocare una cheratite acuta (cecità delle nevi), mentre i danni cronici portano allo sviluppo di cataratta.
  3. L’esposizione alla luce del sole può provocare un’orticaria solare, con prurito, eritema e bolle nelle aree di pelle esposta alla luce del sole. Può avvenire dopo pochi minuti dall’esposizione al sole e generalmente dura poco.
  4. Gli effetti avversi cronici del sole sulla pelle comprendono: – lo sviluppo di cancri della pelle (carcino- mi e melanoma maligno), dovuti soprattutto alla radiazione  UVB, – l’invecchiamento accelerato della pelle, dovuto soprattutto alla radiazione  UVA che penetra  più profondamente nella pelle.
  5. L’interazione con tutta una serie di farmaci fotosensibilizzanti può produrre reazioni cutanee di intolleranza e provocare una dermatite fototossica o fotoallergica. Differenti categorie di farmaci come certi antibiotici, contraccettivi orali, alcuni antimalarici possono causare reazioni cutanee al sole. Le dermatiti fototossiche da contatto sono indotte dall’applicazione locale di prodotti, specialmente profumi, che contengono olio di bergamotto o altre essenze di agrumi.
  6. L’esposizione al sole può indebolire il sistema immunitario, accrescere il rischio di malattie infettive e limitare l’efficacia dei vaccini. Precauzioni da prendere:
  • Evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, quando l’intensità dei raggi UV raggiunge il massimo.
  • Portare un vestiario che copra le braccia e le gambe (il vestiario è più protettivo nei confronti degli UV rispetto alle creme solari).
  • Portare occhiali da sole aventi un filtro UV ed un cappello a larghe tese.
  • Applicare generosamente una crema solare a largo spettro ed avente un indice di protezione superiore a 15 sulle parti del corpo che non sono ricoperte da vestiti e ripetere frequentemente l’operazione.
  • Vigilare affinché i bambini siano ben protetti.
  • Evitare l’esposizione al sole durante la gravidanza.
  • Evitare un’esposizione eccessiva mentre si è in acqua.
  • Verificare che i trattamenti terapeutici in corso non aumentino la sensibilità ai raggi UV.
  • Se si sono avute in passato reazioni cutanee avverse, evitare ogni esposizione al sole e l’uso di prodotti che abbiano causato in passato tali reazioni avverse.

 

Dengue

Il virus della dengue è un flavivirus di cui esistono 4 sierotipi (DEN-1, DEN-2, DEN-3, DEN-4). Non vi è immunità crociata tra i 4 sierotipi per cui una persona di può ammalare di dengue nel corso della vita.

La dengue  è trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti, che punge nelle ore diurne. Non esiste una trasmis- sione diretta uomo-uomo. Le scimmie  sono un serbatoio nel Sud-Est Asiatico e nell’Africa occidentale.

La trasmissione  del virus della dengue avviene sia nelle aree urbane che rurali. Nei viaggiatori le infezioni sono più spesso riportate da ambienti urbani. La dengue è riportata solitamente dalla maggior parte dei paesi tropicali e sub tropicali dell’Oceania, dell’Asia, dei Caraibi delle Americhe e occasionalmente dall’Africa. L’infezione è endemica nel Sud Pacifico dove si verificano anche ciclicamente epidemie. I viaggiatori sono a rischio di questa malattia anche al di fuori della tipica stagione di trasmissione della dengue che è quella delle piogge. Le Filippine,  il Viet Nam e la Thailandia sono stati i paesi che hanno riportato attività di dengue nel 2011. Anche l’Australia continua a riportare una sporadica attività di dengue nelle aree endemiche del Queensland settentrionale.

Nelle Americhe e nei Caraibi sono stati riportati più di 890 mila casi alla Pan American Health Organization (PAHO) durante il 2011. Di questi 10.840 casi erano di dengue emorragica  (DHF) e/o dengue con sindrome da shock (DSS). Vari paesi nella regione hanno riportato alti tassi di incidenza tra cui il Brasile, il Paraguay, la Bolivia, le Bahamas e Aruba.

Nel Medio Oriente la dengue è riportata sporadicamente anche da paesi molto visitati quali l’Arabia Saudita. In Africa e nelle isole dell’Oceano Indiano viene riportata occasionalmente. Tuttavia la dengue è stata diagnosticata da viaggiatori che ritornavano da paesi di queste aree dove la malattia non è mai stata ufficialmente riportata.

La dengue  si manifesta in tre forme cliniche principali:

  • La dengue è una malattia febbrile acuta con febbre improvvisa, seguita dallo sviluppo di sintomi generalizzati e qualche volta da eruzioni cutanee maculari. È nota come “febbre spaccaossa” a causa dei forti dolori muscolari. La febbre può essere bifasica (p.e. due episodi separati o due ondate febbrili). La maggior  parte dei pazienti dopo alcuni giorni guarisce.
  • Dengue emorragica: ha un esordio acuto con febbre seguita da altri sintomi provocati da trombo- citopenia, aumentata permeabilità vascolare e manifestazioni emorragiche che possono avere un decorso minaccioso per la vita.
  • La sindrome da shock sopravviene  in una piccola percentuale di casi. Si sviluppa ipotensione  che richiede un trattamento medico urgente per correggere l’ipovolemia. Senza appropriata  assistenza medica, il 40-50% dei casi può essere fatale; con una tempestiva assistenza medica da parte di uno staff medico preparato, il tasso di mortalità può ridursi all’1% o meno.

Non ci sono vaccini specifici o trattamenti antivirali contro la dengue. L’uso di paracetamolo per abbassare la febbre è indicato. Devono essere evitati invece, l’aspirina e gli anti-infiammatori  non steroidei come l’ibuprofene. Per prevenire la malattia i viaggiatori devono prendere precauzioni per evitare punture di zanzare, specialmente durante il giorno, nelle aree a rischio.

 

Difterite – Tosse – Pertosse

Difterite

L’agente eziologico è il Corynebacterium diphtheriae tossigeno e C. ulcerans tossigeno.

La trasmissione  avviene da persona a persona attraverso uno stretto contatto fisico. Il rischio è aumentato in condizioni di sovraffollamento e in condizioni socio-economiche precarie. Il danno indotto dalla esotossina si manifesta in diversi organi tra cui il cuore. Una forma cutanea di difterite causata da Corynebacterium ulce- rans è comune nei paesi tropicali e può anche essere importante fonte di infezione per la difterite faringea. L’infezione, generalmente, colpisce la gola e può portare all’ostruzione delle vie aeree e alla morte. C’è un danno indotto dalla tossina ad organi come il cuore. La difterite nasale può essere lieve; spesso il paziente rimane contagioso a lungo; l’infezione asintomatica è frequente.

La difterite è scomparsa nei paesi industrializzati  a causa della vaccinazione con il vaccino  DPT che viene impiegato da molto tempo. Nei primi anni ’90, grandi epidemie si sono verificate nei paesi dell’Est europeo. La malattia può essere mortale o provocare complicazioni gravi e permanenti negli individui non immunizzati o insufficientemente immunizzati. La difterite è presente ancora in aree dove la copertura immunitaria è bassa. Tutti i viaggiatori  devono essere vaccinati in accordo alle raccomandazioni  nazionali. La vaccinazione con- tro la difterite viene effettuata, di solito, come vaccino trivalente: DTP o DTaP (difterite-tetano-pertosse o difterite-tetano-pertosse  acellulare). Dopo il corso iniziale di queste tre dosi devono essere date dosi ag- giuntive di DT fino al settimo anno di età. Successivamente viene dato un vaccino con un ridotto contenuto di anatossina difterica (Td).

 

Tetano

È dovuto al batterio Clostridium tetani. Il tetano è trasmesso attraverso l’esposizione a spore di Clostridium tetani, presente nel suolo in modo ubiquitario.

La malattia è causata dall’azione di una potente neurotossina prodotta dal batterio (come avviene per esempio nelle ferite contaminate da terriccio). I sintomi clinici del tetano sono dovuti allo spasmo muscolare, inizialmente a carico dei muscoli della masticazione che causano il caratteristico trisma che comporta la caratteristica espressione facciale: risus sardonicus. La contrattura può estendersi ai muscoli del dorso (opistotono) e interessare altri muscoli. Leggeri stimoli esterni possono provocare convulsioni generalizzate che sono all’origine di gravi complicazioni (disfagia, polmonite). La malattia evolve verso l’exitus, se non si mette in atto rapidamente un trattamento intensivo per la cura dei sintomi.

La malattia è ubiquitaria. Ovunque nel mondo una ferita infetta è una potenziale porta di entrata delle spore di Clostridium tetani.

I viaggiatori  devono essere vaccinati contro il tetano. Quasi tutte le ferite, sia che si tratta di un semplice graffio che di una ferita seguente ad un incidente stradale, presentano un rischio di esposizione alle spore. Il vaccino antitetanico è disponibile come singola dose nella forma monovalente (TT), combinato  con l’anatossina difterica di (DT) o con una bassa dose di anatossina difterica (Td) e combinato con i vaccini della pertosse e della difterite (vaccino intero wP o vaccino acellulare aP) (DTwP, DTaP, o dTaP). In Italia viene somministrato nell’infanzia il vaccino esavalente che include la copertura di epatite B, Haemophilus influenzae tipo B e poliomielite (IPV).

Tutti i viaggiatori devono aggiornare il proprio calendario vaccinale. Il tipo di profilassi antitetanica  che è richiesta a seguito di una ferita dipende dalla natura della lesione e dalla storia di immunizzazione precedente. Comunque nessun richiamo è necessario se l’ultima dose di vaccino antitetanico è stata data meno di 5 anni prima per le ferite sporche e meno di 10 anni per le ferite pulite.

 

Pertosse

La pertosse  è una malattia batterica acuta delle vie respiratorie estremamente contagiosa dovuta a Bor- detella pertussis. È trasmessa soprattutto dalle goccioline del respiro dalle membrane mucose delle vie respiratorie degli individui infetti.

La malattia è caratterizzata da una tosse severa della durata di parecchie settimane, accompagnata dal caratte- ristico grido e spesso da cianosi e vomito. Nei lattanti la tosse può essere assente e la malattia può manifestarsi con crisi di apnea. La malattia può manifestarsi in tutte le età, ma la maggior parte dei casi gravi e dei decessi ha luogo durante le età più precoci della vita e nei paesi in via di sviluppo. Le complicazioni maggiori sono la polmonite, l’encefalite e la malnutrizione dovuta a vomito ripetuto. La vaccinazione  è la misura preventiva più logica.

I bambini piccoli non immunizzati sono quelli a maggior rischio di pertosse grave, ma anche i bambini più grandi, gli adolescenti e gli adulti possono contrarre la malattia, spesso in forme lievi ed atipiche, se essi non sono pienamente immunizzati. L’esposizione a pertosse è più frequente nei paesi in via di sviluppo. Tutti i viaggiatori devono possedere l’immunità in accordo alle raccomandazioni  nazionali.  Sia i vaccini a cellule intere (wP) che quelli acellulari (aP) forniscono un’eccellente protezione e sono sicuri a parte qualche effetto secondario di lieve entità. Per parecchie decadi, i vaccini wP sono stati ampiamente impiegati nei programmi di vaccinazione nazionali. Oggigiorno vengono impiegati i vaccini acellulari, che causano minori effetti collaterali. Sia i vaccini wP che quelli aP sono solitamente somministrati in combinazione con l’anatos- sina difterica e tetanica (DTwP o DTaP). Adolescenti ed adulti non vaccinati devono ricevere 3 dosi di vaccino wP o aP con un intervallo di 2 mesi tra la prima e la seconda dose e 6-12 mesi tra la seconda e la terza dose.