Antrace

L’antrace è causata dal Bacillus anthracis. L’antrace è soprattutto una malattia degli animali. L’infezione cutanea, la più frequente forma clinica di antrace, avviene attraverso il contatto con prodotti contaminati da animali infetti (principalmente  bestiame, capre, pecore), come pellame o merce di lana o attraverso il contatto con terreno contenente spore di antrace.

Si tratta di una malattia di animali erbivori che occasionalmente causa infezioni acute nell’uomo, coinvolgendo generalmente la pelle, in seguito ad un contatto con tessuti contaminati o prodotti di animali infetti o con spore di antrace dal terreno. Infezioni non trattate possono diffondersi nei linfonodi regionali e nel torrente sanguigno ed essere fatali. Casi sporadici  si verificano in animali in tutto il mondo; ci sono epide- mie occasionali in Asia centrale ed in Africa.

Il rischio per i viaggiatori è molto basso. È disponibile un vaccino per i soggetti ad alto rischio a causa di esposizione professionale a B.anthracis; nella maggior parte dei paesi non è commercialmente disponibile. Evitare il contatto diretto con il terreno e i prodotti di origine animale, come souvenir fatti con pelle di animale. L’antrace rientra nel novero delle infezioni potenzialmente trasmissibili a scopo di bioterrorismo ed è per- tanto oggetto di una stretta sorveglianza da parte dei Paesi.

 

Anziani

Da parecchi anni ormai, la popolazione anziana rappresenta una categoria di viaggiatori tra le più numerose. La maggior disponibilità di tempo e spesso anche di denaro consente loro di intraprendere viaggi. Si tratta il più delle volte di tour organizzati, inclusivi di assicurazione sanitaria, adattati nei ritmi e nella scelta della destinazione alle caratteristiche della popolazione  senior. La crociera è spesso una delle modalità attraverso cui l’anziano sceglie di visitare luoghi e godere delle comodità e degli svaghi tipici delle crociere. Altre volte, il mezzo di trasporto è il pullman con cui effettua lunghi spostamenti.  Gli anziani viaggiano spesso anche come turismo sociale in tour organizzati da circoli ricreativi aziendali, comuni, associazioni. Altre volte l’anziano può scegliere viaggi individuali e tracciare il proprio itinerario sulla base dei suoi desideri.

I viaggiatori anziani possono essere portatori con molta probabilità di patologie croniche ed anche in considerazione del fatto che un numero sempre crescente di anziani viaggia utilizzando navi da crociera o l’aereo per destinazioni anche lontane. L’anziano può andare incontro abbastanza facilmente a malattie o a esacerbazioni delle malattie di cui soffre a causa delle modificazioni climatiche, della fatica e dello stress psicofisico connesso al viaggio e delle modificazioni di bioritmi fisiologici.

É difficile dare indicazioni specifiche, perché una persona anziana potrebbe essere in perfette condizioni psico-fisiche o soffrire di disordini psico-affettivi o di malattie croniche. è opportuno però dare alcuni con- sigli di ordine generale:

  1. Alla partenza conviene sottoporsi a una visita medica, specie se si soffre di malattie croniche (cardiopatia ischemica, diabete, ipertensione, ecc.) e chiedere consigli personalizzati al proprio medico circa il comportamento da tenere in vacanza.
  2. Portare con sé tutta la documentazione sanitaria che potrebbe essere utile al medico che si dovesse consultare nella località di vacanza. Non dimenticare un elettrocardiogramma, copia della cartella clinica nel caso aveste avuto dei ricoveri, ecc.
  3. Informarsi sui servizi sanitari del Paese in cui ci si reca e in particolare della città in cui si soggiornerà. è preferibile scegliere località che siano attrezzate sul piano dei servizi sanitari (esistenza di un ospedale, servizi di guardia medica, ecc.)
  4. Dotarsi di un’assicurazione privata qualora foste diretti in un paese che non vi dia diritto all’assistenza sanitaria gratuita.
  5. Evitare sforzi fisici e la fatica. I viaggi costringono infatti a uno sforzo psico-fisico consistente: i preparativi della partenza, le lunghe attese negli aeroporti o nei porti, le code di vetture in automobile, la permanen- za in posizione seduta o eretta per lunghi periodi, il cambio di fuso orario, costringono l’organismo a stress che nella persona anziana possono far precipitare una malattia altrimenti in stato di equilibrio (malattie cardiovascolari, ictus cerebrali, malattie gastroenteriche, ecc.). Alcuni tour organizzati, in particolare, hanno ritmi troppo faticosi e validi per tutti, indipendentemente dalle esigenze individuali e dall’età.
  6. Consumare pasti leggeri, non appesantirsi con alimenti grassi o difficilmente digeribili. Bere spesso, per evitare squilibri elettrolitici.
  7. Essendo il colpo di calore più frequente negli anziani si dovrà adattare gradualmente l’organismo al sole e alle alte temperature limitando al minimo gli sforzi durante i primi giorni.
  8. 8. Se la persona anziana si reca in un centro termale per cure termali e riabilitative è necessario venga sottoposta a visita medica ed elettrocardiogramma preventivi per escludere eventuali controindica
  9. Evitare le elevate altitudini e le rapide ascensioni. Non bisognerebbe superare in generale i 2000-2500 metri per evitare condizioni di ipossia che potrebbero  essere pericolose.
  10. L’anziano che si ammala vive una condizione emotiva di disagio per la lontananza dei parenti, l’incapacità a parlare la lingua del Paese straniero, per l’incertezza sul suo futuro; è bene pertanto che la persona anziana ricoverata abbia sempre vicino un famigliare o un accompagnatore che lo aiuti a superare le difficoltà psicologiche dell’ospedalizzazione.

Assistenza sanitaria dei viaggiatori

Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria dei viaggiatori che dovessero ricorrere per necessità contingenti a cure mediche all’estero, occorre tener conto della legislazione europea e degli eventuali accordi bilaterali tra l’Italia ed altri Stati.

Nei paesi dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,  Grecia, Irlanda,  ITALIA, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo,  Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria), dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e in Svizzera è prevista la copertura delle spese sanitarie per tutti gli iscritti al Servizio Sanitario Nazionale in possesso di Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM); questo significa che in caso di bisogno di cure mediche, presentando la TEAM all’ospedale pubblico o alla struttura convenzionata si ha diritto a tutte le cure mediche necessarie. Qualora la TEAM non fosse stata accettata o l’assistito non l’avesse con sé, e fosse perciò necessario pagare le prestazioni di cui sopra, è possibile chiedere il rimborso delle spese anticipate presentando al proprio rientro in Italia la relativa documentazione alla ASL di appartenenza. Il rimborso verrà effettuato in base alle tariffe dello Stato in cui sono state erogate le prestazioni stesse.

Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria per chi viaggia nel resto del mondo occorre tener conto che con alcuni Paesi Argentina, Australia, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Capoverde, Città del Vaticano e Santa Sede, Croazia, Macedonia, Principato di Monaco, San Marino, Serbia, Montenegro, Tunisia sono vigenti accordi di sicurezza sociale che prevedono una copertura di spese sanitarie dietro presentazione di appositi modelli, rilasciati dalle ASL di appartenenza, all’istituzione competente del paese ospitante.

É bene che il viaggiatore porti sempre con sè documentazione del proprio stato di salute, specialmente se portatore di patologie croniche. Tali informazioni possono essere scritte sul Passaporto Sanitario.

I viaggiatori internazionali  che si recano in paesi extraeuropei dove non esistono convenzioni per le cure mediche, devono munirsi di un’assicurazione di viaggio che consenta loro di usufruire di eventuali trattamenti medici di buona qualità e che consenta l’eventuale rimpatrio in caso di necessità.  Chi si reca nei paesi dove i trattamenti medici sono costosi (come negli Stati Uniti) o non facilmente disponibili (come in molti paesi tropicali) deve munirsi pertanto di un’assicurazione che copra i rischi per la salute (ricovero ospedaliero e possibilità di rimpatrio).

Avvelenamenti da ingestione di biotossine marine

Ciguatera– L’ingestione di alcuni tipi di pesce, specie di grandi dimensioni, può comportare l’avvelenamento da ciguatera. L’avvelenamento è causato da biotossine (ciguatossina) prodotte da piccoli organismi marini (dinoflagellati) consumate poi da pesci erbivori. Questi pesci sono mangiati a loro volta da pesci di grossa taglia come barracuda, cernia, seriola, storione e murena. Poichè le tossine sono liposolubili, esse si accumulano nella catena alimentare. La ciguatera è diffusa nelle aree tropicali e sub-tropicali generalmente tra la latitudine 35° nord e 35° sud. La ci-

guatera è particolarmente diffusa nei paesi caraibici e nelle regioni tropicali del pacifico. Negli Stati Uniti importanti epidemie sono state riportate in passato  nelle Hawaii ed anche in Florida. L’avvelenamento da ciguatera può colpire singoli individui o decine di persone come ad esempio marinai o passeggeri di navi da crociera.  Le ciguatossine sono inodori e insapori e non vengono distrutte dalla cottura né dalla congelazione. Clinicamente l’intossicazione da ciguatera si manifesta  come  malattia gastrointestinale seguita da sintomi neurologici. I primi sintomi appaiono, solitamente, qualche ora dopo aver mangiato pesce contaminato  da ciguatossineed includono nausea, vomito, diarrea e crampi addominali. I sintomi neurologici appaiono 3-72 ore dopo il pasto. La loro gravità dipende dalla quantità di biotossine assunte. I sintomi neurologici più comuni sono: inversione della sensazione caldo- freddo, parestesie, prurito intenso, visione offuscata, vertigini, allucinazioni e cecità transitoria. Al tatto, gli oggetti caldi sembrano freddi e gli oggetti freddi sembrano caldi. I sintomi neurologici possono durare da pochi giorni a parecchi mesi. Sintomi neuropsichiatrici cronici, che somigliano alla sindrome della fatica cronica, possono essere invalidanti  e durare parecchi mesi. Vi possono essere manifestazioni cardiache come bradicardia, aritmie ed ipotensione.

Non esiste una terapia specifica, né antidoto per l’avvelenamento da ciguatossina. L’infusione di mannitolo può essere efficace nella prima fase della malattia ed anche talvolta nelle possibili  ricadute.  La terapia è prevalentemente volta a trattare i sintomi. Per quanto riguarda la prevenzione, i viaggiatori dovranno evitare il consumo dei pesci di grossa taglia (barracuda, cernie, ecc.), evitare le parti di pesce che concentrano la tossina, come fegato, intestino e testa di qualsiasi pesce di scogliera. Evitare nel modo più assoluto di mangiare il pesce pescato in luoghi noti per la contaminazione da ciguatera.

La persona che è stata colpita da ciguatera può soffrire per un considerevole periodo di tempo di riaccensioni della sintomatologia seguenti al consumo di cibi apparentemente innocui (crostacei, noccioline, olio di arachidi, proteine animali, alcool). Talvolta il consumo di qualsiasi tipo di pesce può provocare ricadute. Il trattamento delle ricadute può essere complicato dalla sensibilizzazione allergica della persona colpita a più antigeni.

Molluschi – Forme severe di avvelenamento da molluschi si possono verificare dopo aver consumato cozze, ostriche, cappesante, vongole che contengono potenti tossine. Le tossine originano da dinoflagellati o diatomee che sono ingerite e concentrate nel mollusco. Molluschi contaminati si possono trovare in acque temperate o tropicali dopo blooms algali. I sintomi appaiono solitamente dopo 30-60 minuti dopo aver ingerito molluschi tossici. Vi possono essere clinicamente forme paralitiche (Paralytic Shellfish Poisoning) dopo sono presenti torpore e formicolii nella faccia, lingua, labbra, braccia e gambe che possono evolvere in atassia, disfagia, paralisi flaccida, con un tasso medio di letalità del 6%, più alto ancora nei bambini. Vi possono essere ancora forme neurotossiche (Neurotoxic Shellfish Poisoning ) che si presentano come gastroenterite e poi con sintomi neurologici minori, somiglianti a forme di ciguatera di lieve-media gravità; forme dove prevale la sintomatologia gastrointestinale (Diarrheic Shellfish Poisoning) con diarrea, brividi, crampi addominali e vomito ed infine, ma sono più rare forme che producono una gastroenterite  che può essere accompagnata  da cefalea, confusione mentale, e perdita temporanea della memoria (Amnesic Shellfish Poisoning).

Bambini

Viaggiare con i bambini richiede un’accurata preparazione e una conoscenza dei rischi legati all’area geografica in cui ci si reca. Molte malattie sono prevenibili attraverso immunizzazione. Esiste però un’età minima per praticare la vaccinazione contro determinate malattie. I bambini sono facilmente soggetti a infezioni, specialmente a carico delle prime vie aeree. Il rischio più grave è quello della malaria, dato che il tasso di mortalità della malattia nei bambini è nettamente superiore a quello degli adulti. Nelle aree endemiche per la schistosomiasi bisognerà prestare particolare attenzione al fatto che i bambini non si bagnino nei fiumi e nei laghi. Altri parassiti (come per esempio quello che provoca la strongiloidosi) possono penetrare attraverso la cute dei piedi nudi, qualora si cammini scalzi sulla sabbia o sui terreni. Avvelenamenti possono essere causati dall’ingestione  di bacche velenose.

La più comune  causa di morte è legata agli incidenti stradali. In molti paesi in via di sviluppo l’uso delle cinture di sicurezza e dei seggiolini per bambini è sconosciuto. I bambini necessitano di pause e di tempi di riposo più lunghi rispetto agli adulti. Occorre dunque adeguare i ritmi del viaggio e degli itinerari alle esigenze dei bambini. Questi sono inoltre più soggetti agli effetti del caldo e necessitano di periodi di acclimatazione più lunghi. Durante lunghi viaggi in ambienti ristretti (auto, aereo, treno, bus) è bene distrarre i bambini portando i loro libri e giocattoli preferiti, insieme al materiale da toilette per farli stare sempre puliti e a scorte di cibo e bevande. Occorre prevenire altri incidenti legati ad attività che si praticano durante le vacanze, come ad es. il bagno in spiaggia e in piscina. Il rischio annegamento va sempre tenuto in considerazione ed i genitori devono pertanto non perdere di vista un solo istante i piccoli, quando questi nuotano o sguazzano in piscina o sulla riva del mare. Anche nella stanza d’hotel o durante i giochi con coetanei, i genitori devono considerare il rischio di cadute, da balconi o muretti, prestando loro la massima attenzione. In albergo o altri luoghi chiusi considerare anche il rischio di incidenti elettrici, di elettrocuzione, considerando che i sistemi di sicurezza elettrica in molti paesi in via di sviluppo non sono del livello di quelli dei paesi europei.

I bambini sono particolarmente sensibili alla disidratazione.  Occorre evitare quindi la diarrea del viaggiatore e le altre malattie diarroiche attraverso una scrupolosa selezione di alimenti e bevande. Nel caso di diarrea occorre reidratare il piccolo, per evitare i pericolosi effetti della disidratazione.  Se la diarrea si accompagna a febbre e sangue occorre consultare un medico e iniziare una terapia antibiotica.

Nelle spiagge del Mediterraneo o di paesi tropicali, i genitori devono prevenire le ustioni solari proteggendo la cute dei bambini con creme ad alta protezione, il capo con cappellini ed evitando di esporli ai raggi solari durante le ore più calde della giornata.

I bambini che soffrono d’asma allergico, i celiaci, epilessia, i portatori di malattie croniche devono ricevere istruzioni precise da parte del loro pediatra che deve continuare ad essere il punto di riferimento costante anche lontano da casa ed essere sempre rintracciabile in caso di necessità.

 

Malaria e bambini: un rischio da evitare. Consigli per i genitori di bambini piccoli

  1. I bambini sono i più esposti al rischio malaria perché si possono ammalare rapidamente e in modo grave. I neonati e i bambini piccoli non dovrebbero pertanto essere portati in aree malariche a meno che non sia assolutamente necessario.
  2. Cercare immediatamente un medico se un bambino – in un’area geografica  con rischio malarico – sviluppa una malattia febbrile. I sintomi di malaria nei bambini possono essere atipici. Pertanto, la malaria deve sempre essere sospettata in caso di febbre. Nei bambini con età inferiore ai tre mesi, la malaria deve essere sempre sospettata, perfino in assenza di febbre.
  3. Proteggere i bambini dalle punture di zanzare con zanzariere per culle e lettini, soprattutto nel periodo che va dal tramonto all’alba, quando il rischio è maggiore.
  4. Fare la profilassi antimalarica ai bambini che si allattano al seno poichè non sono protetti dalla profilassi che eventualmente può aver fatto la madre in gravidanza.
  5. Solo la clorochina e il proguanil possono essere somministrati con sicurezza ai neonati e ai bambini piccoli. Per la somministrazione i farmaci possono essere indorati con marmellata.  Calcolare la dose antimalarica come una frazione di quella adulta basata sull’età e sul peso del bambino.
  6. Tenere tutti i farmaci antimalarici al di fuori della portata dei bambini, rinchiusi in contenitori che non possono essere facilmente aperti. La clorochina  è particolarmente tossica per i bambini se si eccede la dose raccomandata.

Brucellosi

La brucellosi è principalmente una malattia animale. L’infezione negli esseri umani può essere contratta dal bestiame (Brucella abortus), dai cani (B. canis), da maiali (B.suis), o da pecore e capre (B. melitensis), solitamente per diretto contatto con animali infetti o per consumo di formaggi o latte non pastorizzato. Un’infezione generalizzata con inizio subdolo, che causa malessere e febbre continua o intermittente, che può durare mesi se non trattata adeguatamente. Ricadute sono frequenti dopo il trattamento. La malattia è ubiquitaria negli animali. È più comune nei paesi in via di sviluppo, nel Mediterraneo, nel Medio Oriente, nell’Asia Centrale e nel Sud America. Il rischio è basso per la maggior parte dei viaggiatori. Quelli che visitano aree rurali e agricole possono essere più a rischio. Esiste rischio anche in luoghi in cui latte non pastorizzato e prodotti caseari sono venduti in prossimità di centri turistici. Evitare il consumo di latte non pastorizzato e latticini; evitare il contatto diretto con animali, in particolare bestiame, pecore e capre.