Uno dei principali aspetti di salute pubblica legato al turismo è la qualità delle acque di balneazione, materia delicata ed importantissima per la salute pubblica dei bagnanti di tutto il mondo che frequentano le spiagge del Mediterraneo  (Spagna, Franca, Italia, Croazia, Grecia, Turchia) ma anche dell’Atlantico. L’Unione Europea ha emanato in questi anni direttive e normative atte a tutelare la salute dei turisti e a omogenizzare le procedure per i controlli. Nella scelta della località marina da frequentare, la qualità delle acque di balneazione deve rappresentare un elemento di scelta, considerando in particolare che i bambini sono i più suscettibili a contrarre patologie correlabili all’inquinamento biologico e fisico-chimico delle acque costiere.

Le malattie più frequentemente contratte dai bagnanti a seguito dell’esposizione all’acqua di mare interessano l’occhio, l’orecchio esterno, l’apparato respiratorio e quello gastrointestinale. Le infezioni sono legate all’inquinamento fecale delle acque costiere. Tale inquinamento è dovuto alla carenza o mal funzionamento degli impianti di depurazione delle località turistiche, allo sbocco in mare di fiumi in zone frequentate da turisti, alla crescente antropizzazione dei litorali e all’affollamento delle spiagge.

Con l’immersione nel corso della balneazione il meccanismo di ingresso dei patogeni avviene attraverso lesioni della pelle, per infezione delle mucose (occhio, naso e gola) e per ingestione.  Gli agenti patogeni provengono da scarichi fognari o sono dovuti al risciacquo del corpo dei bagnanti durante l’immersione di un patogeno da un individuo all’altro. A quest’ultima categoria di infezioni appartengono quelle causate da Staphylococcus aureus, Clostridium welchii, Pseudomonas aeruginosa e Candida albicans, organismi che sono sempre presenti sulla superficie cutanea dell’uomo, ma che possono ingenerare una malattia quando i livelli di resistenza si abbassano.  La riduzione della temperatura corporea a contatto con un’acqua piuttosto fredda, la permanenza prolungata in acqua, l’eccessiva esposizione ai raggi solari sono fattori che possono far perdere la naturale resistenza all’infezione.

Ogni anno il Ministero della Sanità presenta lo stato generale delle acque costiere determinando le acque ove è possibile bagnarsi e quelle ove esiste il divieto di balneazione. Tale censimento si basa su controlli effettuati dalle diverse USL inviati periodicamente all’Istituto Superiore di Sanità. Spesso anche le associazioni ambientaliste eseguono controlli delle acque di balneazione, riportando talvolta risultati contrastanti. L’Italia, quale membro dell’Unione  Europea, è tenuta a rispettare le disposizioni in materia emanate già dal 1976 dalla CEE. Quella Direttiva indicava alcuni parametri (coliformi totali, coloformi fecali e strepto- cocchi fecali) da monitorare identificando i valori-limite al di sopra dei quali l’acqua di mare non poteva considerarsi balenabile. I paesi della CEE applicano in modo differente tale Direttiva, che resta comunque una garanzia per il fruitore delle vacanze al mare.

Negli altri paesi del Mediterraneo e nella gran parte dei mari tropicali la garanzia dell’esistenza di misure legislative circa la qualità dell’acqua di balneazione non esiste ed il rischio di contaminazione ambientale (batteriologica e chimica) deve ritenersi maggiore. Un certo numero di studi epidemiologici volti a correlare la qualità dell’acqua costiera con la salute del bagnante sono stati effettuati da oltre un decennio in alcuni paesi europei e dell’area del Mediterraneo.  La maggior parte di questi studi è stata effettuata su campioni di popolazione piuttosto ridotta, cosa che non ha consentito di pervenire ancora risultati conclusivi circa i parametri batteriologici da monitorare.

Quelli che vengono al momento controllati sui nostri litorali sono: trasparenza, ossigeno disciolto, pH coli- formi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali, oli minerali, tensioattivi anionici e fenoli. Per ciascuno di essi esistono limiti per la balneazione. Il turista dovrebbe cercare di informarsi presso la propria USL o direttamente presso il Ministero della Sanità o attraverso i mezzi di stampa circa la situazione igienico-ambientale delle spiagge italiane ed europee al fine di effettuare una scelta che privilegi la qualità dell’ambiente ove si intende trascorrere le vacanze al mare.