Si tratta di un evento statisticamente non trascurabile, non solo in spiagge e mari esotici. Possono morire per annegamento sia provetti nuotatori per esaurimento muscolare dopo sforzi impegnativi sia coloro che sanno nuotare a malapena o affatto, ma che incautamente si allontanano dalla riva. Le cause scatenanti possono essere molteplici: consumo di alcool, pasti copiosi, sottovalutazione della presenza di correnti marine, onde anomale, sincopi riflesse, immersioni azzardate, tuffi maldestri, crisi epilettiche, aritmie cardiache, ecc.

L’inondamento delle vie aeree viene inizialmente ostacolato dalla chiusura serrata delle corde vocali che impedisce la penetrazione dell’acqua nei polmoni. Tale spasmo si protrae mediamente per circa un minuto. Se l’immersione si protrae, la progressiva “fame d’aria” dell’infortunato  provoca il rilasciamento delle corde vocali unitamente a tentativi spasmodici di inspirazione. E’ questo il momento dell’annegamento vero e proprio in cui si verifica l’inondamento degli alveoli polmonari con blocco degli scambi respiratori, edema polmonare, aritmie, riduzione della pressione parziale di ossigeno, cianosi, danno cerebrale. In questa fase il recupero dell’annegato è determinato dalla tempestività  con cui avviene l’operazione di salvataggio da parte del personale di sorveglianza e dalla corretta esecuzione delle ma- novre di rianimazione cardio-respiratorie.

La migliore strategia resta sempre la prevenzione. Per evitare il rischio annegamento occorre:

–    saper nuotare correttamente

–    evitare il bagno dopo aver bevuto alcool, durante la fase digestiva o dopo una prolungata esposizione al sole

–    non tuffarsi dove vi possono essere bassi fondali od ostacoli sommersi

–    ottemperare scrupolosamente alle raccomandazioni delle autorità marittime

–    assicurarsi che non esistano correnti che possano trascinare al largo

–      non distogliere mai gli occhi dai bambini, che sono statisticamente, insieme agli adolescenti il gruppo a maggior rischio.

 

Oltre al comportamento individuale, la prevenzione si deve attuare attraverso l’organizzazione della sorveglianza dei bagnanti e del soccorso che implica formazione professionale  degli operatori del salvataggio e campagne di educazione nei confronti dei turisti.