Le malattie cardio-vascolari  (CV) sono la principale causa di morte e livello globale. Si stima  che 17.3 milioni di persone muoiano annualmente di malattie cardio-vascolari, il 30% di tutte le morti: 7.3 milioni per malattie delle coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato al cuore) e 6.2 milioni per ictus cerebrale (trombosi o e emorragia cerebrale). Può sembrare strano, ma i paesi a basso-medio reddito contribuiscono per l’80% di tutte le morti per malattie CV. Esse colpiscono uomini e donne allo stesso modo. Il numero delle persone che muoiono di malattie CV (cardiache e cerebro-vascolari) aumenteranno fino a raggiungere 23.3 milioni entro il 2030.

La maggior parte delle malattie cardio-vascolari può essere prevenuta attraverso il controllo dei principali fattori di Rischio: tabacco, scorretta alimentazione ed obesità, inattività fisica, ipertensione, diabete e dislipidemia. Ogni anno circa 9,4 milioni di morte (il 16.5% di tutte le morti) può essere attribuita a ipertensio- ne (pressione del sangue elevata), alla base del 51% delle morti per ictus cerebro-vascolare.

Le malattie cardiovascolari rappresentano un gruppo di malattie del cuore e dei grossi vasi che comprendono:

–    malattie delle arterie coronariche (angina pectoris e infarto del miocardio)

–    malattie cerebro-vascolari (a carico dei vasi del sangue che portano ossigeno al cervello)

–    malattie arteriose periferiche (malattie a carico delle arterie che portano ossigeno agli arti inferiori)

–      malattie congenite (malformazioni delle strutture del cuore esistenti alla nascita formatisi durante i vari stadi embrionali)

–      malattia reumatica (danni carico del miocardio e delle valvole cardiache da febbre reumatica seguen- te ad infezione da streptococchi)

–      trombosi venosa profonda ed embolia polmonare (distacco di parti del coagulo che si può formare nelle vene delle gambe e che si muove verso cuore e polmoni).

 

Il cuore delle donne

Per molti anni si è ritenuto che le malattie cardiovascolari fossero di pertinenza del sesso maschile.  Era l’evidenza clinica a dirlo, ma anche i risultati delle indagini epidemiologiche condotte prevalentemente sui maschi.  Si è visto però che ciò non era vero e che anche le donne, soprattutto dopo la menopausa, sono soggette come gli uomini a soffrire di malattie dell’apparato cardiovascolare. Durante l’età fertile, infatti, la donna ha una protezione che le deriva dagli estrogeni, ma quando tale protezione viene a meno, essa è soggetta, come l’uomo, agli effetti dei principali fattori di rischio: il fumo, la sedentarietà, la scorretta alimentazione con in più l’aggravante che il fumo produce effetti più devastanti nella donna in considerazione della minor dimensione dei polmoni.

La maggior incidenza della malattia coronarica nella donna può essere interpretato anche come una delle conseguenze delle profonde trasformazioni del ruolo della donna nella società moderna a livello socio-economico, antropologico e culturale rispetto ai modelli tradizionali seguiti nei millenni precedenti. L’inserimento nel mondo del lavoro, l’accumulo di impegni lavorativi e familiari, il diverso rapporto con l’uomo e la società non possono infatti esser stati vissuti senza un grande sforzo di adattamento e quindi senza grande stress e quindi stili di vita scorretti per la salute.

La malattia ischemica può perfino presentarsi in maniera più aggressiva nelle donne anche per le caratteristiche anatomiche delle coronarie che sono solitamente  di calibro minore con talvolta vasi tortuosi, per la diversa conformazione anatomica della donna che presenta una minor massa muscolare  con conseguente diverso volume di assorbimento dei farmaci. Le donne sono maggiormente predisposte a sanguinamenti a seguito di trattamenti con antiaggreganti  piastrinici come aspirina e clopidogrel ed antiaggreganti impiegati nella terapia delle forme acute della malattia ischemica.

La cardiopatia  ischemica  nel sesso femminile si può presentare talvolta nella forma di dissezione coro- narica, spontanea o iatrogena dovuta a manovre dell’operatore durante angioplastica, che consiste nello slaminamento della parete del vaso con conseguente occlusione e nella donna in menopausa come sindrome di Tako-Tsubo. Nella donna si può avere un infarto a coronarie indenni, quadro gravato da mortalità significativa in fase acuta, spesso legato a stress acuto o a forti emozioni.

Il viaggio e la vacanza potrebbero  essere interpretate dal medico come un’occasione per promuovere stili di vita sani: regolare esercizio fisico, corretta alimentazione,  gestione dello stress, rapporto con l’acqua e l’acquaticità. Oggi è dimostrato che uno stile di vita sano sin dall’infanzia è importante per la prevenzione non solo delle malattie cardiovascolari, ma per gran parte delle malattie cronico-degenerative. Avere uno stile di vita sano significa:

–      seguire regolarmente un’alimentazione varia e equilibrata, ricca di fibre (frutta, verdura, legumi, cereali, soprattutto integrali) e pesce, povera di grassi saturi (quelli di origine animale, carni rosse, salumi, formaggi) e non troppo “ricca” di calorie. La verdura e la frutta sono molto importanti perché oltre a essere ricche di fibre contengono anche vitamine e sali minerali come il potassio, elemento indispensabile per un buon funzionamento degli organi (un’alimentazione di questo genere era tipica dell’area mediterranea nei primi anni ’60)

–      L’ipertensione rappresenta uno dei principali fattori di rischio. Occorre prima di tutto ridurre la quanti- tà di sale aggiunto alle pietanze: gli alimenti contengono già naturalmente una certa quantità di sale, pertanto aggiungerne altro non serve. La quantità  di sale da cucina che si assume nella giornata non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno. Bisogna tenere presente che la quantità di sale introdotto con l’alimentazione dipende sia dalla quantità di sale aggiunto nella preparazione dei cibi o presente nei cibi preconfezionati,  sia dalla quantità del cibo che si assume.

–      limitare il consumo di alcol (non più di un bicchiere di vino al giorno per le donne e un massimo di due per gli uomini); l’alcol, assieme ai grassi è il nutriente più calorico (1 g di alcol contiene 7 kcal, in media un bicchiere di vino rosso contiene circa 120 kcal; 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva contiene 108 kcal)

–      mantenere il peso forma, cioè l’indice di massa corporea compreso fra 18 e 24 kg/m2 (l’indice di massa corporea è un indicatore che considera insieme peso e altezza)

–      svolgere una attività fisica regolarmente (camminare almeno 30 minuti al giorno a passo svelto oppure andare in bicicletta o svolgere una attività sportiva per almeno 3-5 volte la settimana)

–    smettere di fumare

–      imparare a gestire lo stress: vivere senza stress è difficile, però l’intensità più o meno forte dei fattori esterni che lo possono causare (rumore, difficoltà sul lavoro, problemi familiari o di salute) come pure la diversa capacità di reazione o di resistenza di ognuno di noi, ne possono facilitare o frenare l’impatto negativo sulla salute.

 

Il medico potrebbe utilizzare l’occasione del viaggio e della vacanza per prescrivere programmi di attività fisica: camminate,  corsa, itinerari in bicicletta, nuoto, attività ginnica e di fitness.

Muoversi quotidianamente produce effetti positivi sulla salute fisica e psichica della persona. Gli studi scientifici che ne confermano gli effetti benefici sono ormai innumerevoli e mettono in luce che l’attività fisica:

–    migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2;

–    previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i livelli della pressione arteriosa e del colesterolo;

–    diminuisce il rischio di sviluppo di malattie cardiache e di diversi tumori, come quelli del colon e del seno;

–    riduce il rischio di morte prematura, in particolare quella causata da infarto e altre malattie cardiache;

–      previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture, ma anche i disturbi muscolo-scheletrici (per esempio il mal di schiena);

–    riduce i sintomi di ansia, stress e depressione;

–      previene, specialmente tra i bambini e i giovani, i comportamenti a rischio come l’uso di tabacco, alcol, diete non sane e atteggiamenti violenti e favorisce il benessere psicologico attraverso lo sviluppo dell’autostima, dell’autonomia e facilità la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti.

–    produce dispendio energetico e diminuzione del rischio di obesità;

Naturalmente compito del medico è quello di prevenire un evento cardiaco acuto attraverso un controllo accurato delle condizioni di salute del viaggiatore, la compilazione del suo Passaporto Sanitario o di altro documento che contenga l’anamnesi del viaggiatore al fine di rendere più agevole il compito del medico straniero  che dovesse prendersi  cura di lui, l’informazione all’interessato ed ai familiari di quelli che potrebbero  essere sintomi e segni indicativi di un’emergenza. Informazioni utili a tal riguardo sono come riconoscere i segni di un infarto del miocardio e cosa fare in caso di arresto cardiaco.

 

Riconoscere i sintomi dell’infarto

–      Il sintomo classico dell’infarto del miocardio è il dolore al petto. il dolore nell’infarto del miocardio è variabile di intensità e di qualità. Nella maggior parte dei casi è di tipo severo, a volte intollerabile. Dura generalmente  più di 30 minuti e spesso persiste per 1-2 ore. Il dolore è di tipo costrittivo, oppressivo, schiacciante. Il paziente lo descrive come un peso o una stretta, una pressione sul cuore.

–      Il dolore è generalmente restrosternale (al centro del petto), ma può interessare la parte sinistra e/o destra del petto con predilezione per la sinistra. Spesso il dolore si irradia lungo il braccio sinistro sul lato ulnare fino al polso e alle dita (anulare e mignolo) o verso il collo e la mandibola. Si può irradiare anche alle spalle e talvolta al dorso. Altre volte il dolore viene avvertito a livello epigastrico (nella parte alta e centrale dell’addome) simulando una patologia gastrica. In certi pazienti, specie gli anziani ed i diabetici, l’infarto del miocardio acuto non si manifesta con il caratteristico dolore al petto, ma con segni di scompenso cardiaco (fatica a respirare e senso di marcata spossatezza).

–      La sintomatologia comprende spesso pallore, sudorazione fredda, nausea e vomito, per attivazione di riflessi vagali, e senso di morte imminente. Può comparire dispnea (difficoltà di respiro).

–      Il dolore è l’espressione dell’ischemia miocardica legata all’insufficiente apporto di ossigeno al cuore per l’ostruzione, parziale o totale, di un tratto di una o più coronarie (le arterie che nutrono il cuore). La situazione ischemica causa modificazioni elettrolitiche e metaboliche importanti a livello del muscolo cardiaco (il miocardio), situazione che può innescare aritmie gravi o gravissime, tali da richiedere talvolta l’immediata defibrillazione e la rianimazione cardio-respiratoria.

–      L’ infarto del miocardio, è una emergenza medica. É necessario ricoverare immediatamente il paziente in ospedale chiamando il 118 per l’invio di un’ambulanza.

L’infarto del miocardio,  con le sue complicazioni aritmiche, è una delle cause più frequenti di morte improvvisa, che naturalmente può essere dovuta ad altre cause (malattie congenite, ictus cerebrale, aneurisma aortico, ecc.)

La morte cardiaca improvvisa ha una consistente rilevanza epidemiologica  e comporta una notevole perdita di vita umane. L’arresto cardiaco è dovuto in oltre il 50% dei casi a fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare suscettibili di terapia elettrica (defibrillazione). Se non si interviene con manovre di rianimazione entro 10 minuti dall’esordio, l’arresto cardiaco produce danni cerebrali irreversibili.

Le manovre da attuare in caso di arresto cardiaco sono state codificate a livello nazionale (Italian Resusci- tation Council) ed internazionale. Esse consistono in quattro steps successivi tutti indispensabili, chiamati metaforicamente “Catena della sopravvivenza” per indicare che gli interventi devono esser fatti in successione e che il successo di ognuno dipende dalla corretta esecuzione del precedente e del successivo. Oltre alla sequenzialità, ogni intervento deve essere eseguito con tempestività.

  1. Riconoscimento precoce dell’arresto cardiaco e attivazione immediata del sistema di soccorso
  2. Inizio precoce della rianimazione cardio-respiratoria
  3. la defibrillazione precoce
  4. l’inizio precoce del trattamento avanzato e trattamento post-rianimatorio standardizzato.