I viaggi di lunga percorrenza possono comportare rischi legati alla prolungata immobilità (malattia trombo-embolica), allo sfasamento orario (Jet Lag) e alla possibilità di contrarre una malattia infettiva trasmessa per via aerea. Le condizioni  di ipossia della cabina aerea possono nuocere a persone portatrici di patologie croniche a carico del cuore e dei polmoni.

Le eventuali esacerbazioni e complicazioni di patologie croniche sono da mettere in relazione ai cambiamenti di pressione, umidità e concentrazione di ossigeno in cabina e alla fatica e allo stress psicofisico legato alla lunga percorrenza. Ne deriva indirettamente  che vi possono essere condizioni cliniche che con- troindicano il viaggio aereo, come nel caso di patologie cardio-vascolari (infarto miocardico recente, angina instabile, cardiomiopatie restrittive o dilatative, scompenso cardiaco, ictus cerebrale recente, ipertensione arteriosa non controllata), malattie polmonari acute o croniche (polmoniti, enfisema polmonare severo, cancro polmonare), anemia falciforme, malattie tumorali in fase critica. Eventuali riacutizzazioni sono legate alle condizioni di ipossia, dato che le pressione di ossigeno in cabina è equiparabile a quella esistente a 1800-2000 metri di altitudine.

Possono nuocere anche le condizioni di secchezza dell’aria in cabina dato che l’umidità è di solo il 10-20%. I pazienti che hanno subito interventi recenti di chirurgia addominale, intraoculare, ostetrico-ginecologico, polmonare devono consultare il loro medico prima di partire considerando la possibilità di intrappolamento di aria nei visceri. Le persone che fanno uso di bombole di ossigeno devono informare con almeno 72 ore di anticipo questa loro esigenza alla compagnia aerea.

In volo si possono presentare stati patologici e anche vere e proprie emergenze, il più grave delle quali è senz’altro l’arresto cardiaco per una fibrillazione ventricolare. Il personale di bordo deve essere preparato a fronteggiare la situazione praticando il massaggio cardiaco e la ventilazione polmonare ed anche la defibrillazione, posto che l’aereo disponga di un defibrillatore. L’aereo dovrebbe disporre anche della ma- schere per la ventilazione respiratoria, di farmaci per il trattamento delle emergenze (epinefrina, lidocaina, atropina). Altre emergenze possono essere date da addomi acuti, sincopi vaso-vagali, crisi epilettiche, crisi respiratorie su base allergica, da scompensi metabolici, da attacchi di panico o altre situazioni di scompenso psichiatrico.

La stretta vicinanza con altre persone pone i viaggiatori a rischio di contagio di malattie infettive che possono andare dal semplice raffreddore a patologie gravi come fu nel caso della diffusione della SARS dopo il contagio avvenuto in un hotel di Hong Kong da parte di un medico cinese. è possibile natural- mente la trasmissione di influenza. Il mezzo aereo ha consentito alla pandemia da virus A/H5N1 di diffondersi rapidamente da un continente all’altro. É possibile anche la trasmissione di tubercolosi. L’OMS ha su questo argomento realizzato una pubblicazione fornendo linee-guida e riportando in dettaglio casi clinici avvenuti.

La qualità dell’aria e le norme di disinfezione e disinfestazione degli aerei sono regolamentate  da leggi internazionali di sanità aerea. La materia è seguita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Inter- national Civil Aviation Organization (ICAO). La ricircolazione dell’aria nei moderni aerei passa attraverso una serie di filtri 20-30 volte per ora. Negli aeroplani più nuovi, il riciclo dell’aria passa attraverso filtri d’aria di alta efficienza che catturano il 99,9% del particolato (batteri, funghi e i virus di dimensione maggiore).