L’agente eziologico è il Vibrio Cholerae, sierogruppi O1 e O139.

L’infezione avviene attraverso l’ingestione di cibi o acqua contaminati direttamente o indirettamente dalle feci o dal vomito di persone infette. Il colera colpisce solo l’uomo; non esiste un insetto vettore e un serbatoio animale. La maggior parte delle infezioni è asintomatica. Nei casi lievi, la diarrea acuta acquosa, non si accompagna ad altri sintomi. Nei casi severi si verifica un esordio improvviso con una diarrea acquosa profusa, nausea, vomito e rapido sviluppo della disidratazione. In casi severi e non trattati, la morte può avvenire in poche ore con collasso circolatorio dovuto a disidratazione.

Nel 2012 sono stati 48 i paesi che hanno riportato casi di colera, il 17% in meno rispetto al 2011. Complessivamente il numero di casi riportati sono stati 245.393 con 3.340 decessi (tasso di letalità dell’1,2%). Il maggior numero di decessi è stato riportato da Haiti (962). Il numero reale di casi potrebbe essere nettamente superiore a quello ufficiale a causa dell’insufficiente  sistema di notifica di molti paesi, della mancanza di diagnosi e della preoccupazione per turismo e commercio. In Asia, per esempio, centinaia di migliaia di casi di diarrea acquosa potrebbero avere come agente responsabile il vibrio cholerae.

Il colera si verifica soprattutto nei paesi poveri con sistemi fognari inadeguati e mancanza di acque potabili, e in paesi in stato di guerra le cui infrastrutture potrebbero essere state distrutte. Molti paesi in via di sviluppo ne sono affetti, in particolare quelli dell’Africa e dell’Asia, ed in maniera minore quelli dell’America centrale e meridionale. Il rischio per la maggior parte dei viaggiatori è basso, persino nei paesi dove si verificano epidemie di colera, posto che siano adottate semplici precauzioni. Il personale umanitario che si adopera nelle aree colpite da un disastro e i rifugiati in campi profughi possono essere a rischio. Come per le altre malattie diarroiche, si devono prendere pertanto tutte le precauzioni per evitare il consumo di cibo, bevande e acqua potenzialmente contaminate.

Dagli inizi degli anni ’90 è stato commercializzato un vaccino consistente in cellule intere uccise di V.cholerae O1 in combinazione con una sub-unità B ricombinante di tossina colerica (WC/rBS). Questo vaccino ucciso (DUKORAL) è ben tollerato e conferisce alti livelli (85-90%) di protezione per 6 mesi dopo la seconda dose in tutti i vaccinati di età > di 2 anni. Deve essere somministrato  almeno due settimane prima della partenza. Il livello di protezione è ancora di circa il 50% dopo 3 anni dalla vaccinazione nei vaccinati che avevano età > di 5 anni al tempo della vaccinazione.

La schedula primaria consiste in due dosi assunte per via orale 7-14 giorni una dall’altra (minimo una settimana, massimo 6 settimane una dall’altra) per gli adulti e per i bambini di età maggiore  o uguale a sei anni. Per i bambini di 2-5 anni, sono raccomandate 3 dosi (i due vaccini devono essere somministrati a distanza di minimo una settimana, massimo 6 settimane una dall’altra) . Si deve evitare  di assumere cibo e bevande 1 ora prima ed 1 ora dopo la vaccinazione. Se si ritarda la seconda dose per più di sei settimane, la vaccinazione deve ripartire da capo. Dopo la vaccinazione con le due dosi, ci si può aspettare la protezione contro il colera dopo 1 settimana. Si raccomanda una dose di richiamo dopo 2 anni per gli adulti ed i bambini con più di 6 anni di età ed ogni 6 mesi per bambini di età di 2-5 anni. Il vaccino non va dato ai bambini di età < ai 2 anni di età.