Annegamento

Si tratta di un evento statisticamente non trascurabile, non solo in spiagge e mari esotici. Possono morire per annegamento sia provetti nuotatori per esaurimento muscolare dopo sforzi impegnativi sia coloro che sanno nuotare a malapena o affatto, ma che incautamente si allontanano dalla riva. Le cause scatenanti possono essere molteplici: consumo di alcool, pasti copiosi, sottovalutazione della presenza di correnti marine, onde anomale, sincopi riflesse, immersioni azzardate, tuffi maldestri, crisi epilettiche, aritmie cardiache, ecc.

L’inondamento delle vie aeree viene inizialmente ostacolato dalla chiusura serrata delle corde vocali che impedisce la penetrazione dell’acqua nei polmoni. Tale spasmo si protrae mediamente per circa un minuto. Se l’immersione si protrae, la progressiva “fame d’aria” dell’infortunato  provoca il rilasciamento delle corde vocali unitamente a tentativi spasmodici di inspirazione. E’ questo il momento dell’annegamento vero e proprio in cui si verifica l’inondamento degli alveoli polmonari con blocco degli scambi respiratori, edema polmonare, aritmie, riduzione della pressione parziale di ossigeno, cianosi, danno cerebrale. In questa fase il recupero dell’annegato è determinato dalla tempestività  con cui avviene l’operazione di salvataggio da parte del personale di sorveglianza e dalla corretta esecuzione delle ma- novre di rianimazione cardio-respiratorie.

La migliore strategia resta sempre la prevenzione. Per evitare il rischio annegamento occorre:

–    saper nuotare correttamente

–    evitare il bagno dopo aver bevuto alcool, durante la fase digestiva o dopo una prolungata esposizione al sole

–    non tuffarsi dove vi possono essere bassi fondali od ostacoli sommersi

–    ottemperare scrupolosamente alle raccomandazioni delle autorità marittime

–    assicurarsi che non esistano correnti che possano trascinare al largo

–      non distogliere mai gli occhi dai bambini, che sono statisticamente, insieme agli adolescenti il gruppo a maggior rischio.

 

Oltre al comportamento individuale, la prevenzione si deve attuare attraverso l’organizzazione della sorveglianza dei bagnanti e del soccorso che implica formazione professionale  degli operatori del salvataggio e campagne di educazione nei confronti dei turisti.

Avvelenamenti da ingestione di biotossine marine

Ciguatera– L’ingestione di alcuni tipi di pesce, specie di grandi dimensioni, può comportare l’avvelenamento da ciguatera. L’avvelenamento è causato da biotossine (ciguatossina) prodotte da piccoli organismi marini (dinoflagellati) consumate poi da pesci erbivori. Questi pesci sono mangiati a loro volta da pesci di grossa taglia come barracuda, cernia, seriola, storione e murena. Poichè le tossine sono liposolubili, esse si accumulano nella catena alimentare. La ciguatera è diffusa nelle aree tropicali e sub-tropicali generalmente tra la latitudine 35° nord e 35° sud. La ci-

guatera è particolarmente diffusa nei paesi caraibici e nelle regioni tropicali del pacifico. Negli Stati Uniti importanti epidemie sono state riportate in passato  nelle Hawaii ed anche in Florida. L’avvelenamento da ciguatera può colpire singoli individui o decine di persone come ad esempio marinai o passeggeri di navi da crociera.  Le ciguatossine sono inodori e insapori e non vengono distrutte dalla cottura né dalla congelazione. Clinicamente l’intossicazione da ciguatera si manifesta  come  malattia gastrointestinale seguita da sintomi neurologici. I primi sintomi appaiono, solitamente, qualche ora dopo aver mangiato pesce contaminato  da ciguatossineed includono nausea, vomito, diarrea e crampi addominali. I sintomi neurologici appaiono 3-72 ore dopo il pasto. La loro gravità dipende dalla quantità di biotossine assunte. I sintomi neurologici più comuni sono: inversione della sensazione caldo- freddo, parestesie, prurito intenso, visione offuscata, vertigini, allucinazioni e cecità transitoria. Al tatto, gli oggetti caldi sembrano freddi e gli oggetti freddi sembrano caldi. I sintomi neurologici possono durare da pochi giorni a parecchi mesi. Sintomi neuropsichiatrici cronici, che somigliano alla sindrome della fatica cronica, possono essere invalidanti  e durare parecchi mesi. Vi possono essere manifestazioni cardiache come bradicardia, aritmie ed ipotensione.

Non esiste una terapia specifica, né antidoto per l’avvelenamento da ciguatossina. L’infusione di mannitolo può essere efficace nella prima fase della malattia ed anche talvolta nelle possibili  ricadute.  La terapia è prevalentemente volta a trattare i sintomi. Per quanto riguarda la prevenzione, i viaggiatori dovranno evitare il consumo dei pesci di grossa taglia (barracuda, cernie, ecc.), evitare le parti di pesce che concentrano la tossina, come fegato, intestino e testa di qualsiasi pesce di scogliera. Evitare nel modo più assoluto di mangiare il pesce pescato in luoghi noti per la contaminazione da ciguatera.

La persona che è stata colpita da ciguatera può soffrire per un considerevole periodo di tempo di riaccensioni della sintomatologia seguenti al consumo di cibi apparentemente innocui (crostacei, noccioline, olio di arachidi, proteine animali, alcool). Talvolta il consumo di qualsiasi tipo di pesce può provocare ricadute. Il trattamento delle ricadute può essere complicato dalla sensibilizzazione allergica della persona colpita a più antigeni.

Molluschi – Forme severe di avvelenamento da molluschi si possono verificare dopo aver consumato cozze, ostriche, cappesante, vongole che contengono potenti tossine. Le tossine originano da dinoflagellati o diatomee che sono ingerite e concentrate nel mollusco. Molluschi contaminati si possono trovare in acque temperate o tropicali dopo blooms algali. I sintomi appaiono solitamente dopo 30-60 minuti dopo aver ingerito molluschi tossici. Vi possono essere clinicamente forme paralitiche (Paralytic Shellfish Poisoning) dopo sono presenti torpore e formicolii nella faccia, lingua, labbra, braccia e gambe che possono evolvere in atassia, disfagia, paralisi flaccida, con un tasso medio di letalità del 6%, più alto ancora nei bambini. Vi possono essere ancora forme neurotossiche (Neurotoxic Shellfish Poisoning ) che si presentano come gastroenterite e poi con sintomi neurologici minori, somiglianti a forme di ciguatera di lieve-media gravità; forme dove prevale la sintomatologia gastrointestinale (Diarrheic Shellfish Poisoning) con diarrea, brividi, crampi addominali e vomito ed infine, ma sono più rare forme che producono una gastroenterite  che può essere accompagnata  da cefalea, confusione mentale, e perdita temporanea della memoria (Amnesic Shellfish Poisoning).

Contraffazione dei farmaci

L’uso di farmaci contraffatti o maldosati rappresenta un grave problema di sanità pubblica che può provocare malattie, morti e farmaco-resistenza.

Per definizione, un farmaco contraffatto è un composto non prodotto da un’azienda  farmaceutica, ma presentato come tale al consumatore. Sia l’impacchettamento  che la presentazione delle pillole sono ingannevoli, apparentemente identiche a quelle originali. In Italia, la sicurezza dei farmaci è affidata all’AIFA, agenzia del Ministero della Salute, in Europa all’EMA, negli USA alla FDA (Food and Drud Administration). Nei paesi in via di sviluppo, così come nei paesi emergenti (Cina, India, Brasile) il controllo sui nuovi farmaci e su quelli in commercio viene svolto con meno rigore, quando non è del tutto assente, condizione che consente la proliferazione di farmaci contraffatti o sottodosati. La stima delle dimensioni del fenomeno è difficile. In certi paesi in via di sviluppo supera il 10%, in alcuni paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina supera addirittura il 30%. Vi è per giunta una diffusione via internet di farmaci contraffatti,  specie di quelli adoperati nel trattamento della disfunzione erettile. Poichè tali farmaci non sono prodotti dalle originali aziende farmaceutiche e sottoposti di conseguenza a tutti i protocolli ufficiali volti per legge a testarne la sicurezza e l’efficacia, ma espressione di cinica illegalità, incurante di qualsiasi etica e di possibile danno alla salute dei singoli e della collettività,  essi possono essere privi dei principi attivi e contenere contaminanti tossici. Inoltre, gli eccipienti sbagliati inclusi nel farmaco possono portare ad un diverso assorbimento dei principi attivi e a una scorretta biodisponibilità.  Ne consegue che il paziente non solo non avrà alcun beneficio dall’assunzione di tali farmaci, ma potrà avere al contrario gravi conseguenze dovute sia alla mancata terapia sia agli effetti dei contaminanti. Il fenomeno della contraffazione dei farmaci rafforza la necessità che il viaggiatore parta con una farmacia da viaggio che contenga tutti i farmaci che deve o potrebbe utilizzare in caso di necessità, in quantità sufficienti a coprire tutta la durata del viaggio.

Crociere

La crociera  è scelta da un numero crescente di turisti, specie da quelli appartenenti alla terza età, a causa delle comodità che offre, delle opportunità di divertimento e vita sociale e nello stesso di vedere a terra città portuali di grande fascino. La durata media è una settimana. Una tipica nave da crociera può trasportare oltre 3000 passeggeri e 1000 membri dell’equipaggio.

Il nuovo Regolamento sanitario Internazionale, attivo dal 2007, si occupa anche dei requisiti delle operazioni che devono essere fatte sulle navi. Ci sono standard internazionali  che riguardano l’igiene delle imbarcazioni e dei porti, la sorveglianza delle malattie infettive e la risposta da dare in caso di epidemie. Vi sono anche indicazioni riguardo la fornitura di acqua e cibo sano, il controllo dei vettori e dei roditori e lo smaltimento dei rifiuti. In accordo all’articolo 8 dell’International Labour Organization Convention (1987) le imbarcazioni che trasportano un equipaggio formato da più di 100 persone in un viaggio internazionale di durata di tre gg o più deve avere un medico per l’assistenza sanitaria dell’equipaggio. I traghetti non hanno una sala per le emergenze, ma designano una persona per prestare soccorso. Il contenuto della cassetta dei medicinali della nave deve essere in accordo con le raccomandazioni internazionali e con le leggi nazionali per le navi commerciali  che solcano gli oceani, ma non esistono obblighi speciali sul contenuto della cassetta per le navi da crociera.

L’età media del viaggiatore da crociera è 45-50 anni. Gli anziani rappresentano un terzo dei passeggeri. Poiché essi sono più facilmente portatori di patologie croniche, si spiega perché oltre la metà delle visite mediche urgenti vengono fatte a persone di età>di 65 anni. A causa delle variazioni climatiche, dei cambiamenti di dieta, dei bioritmi e nell’attività fisica, del maggiori livello di stress, della fatica, gli anziani possono vedersi peggiorare le condizioni di salute. La patologia cardio-vascolare rappresenta la principale causa di mortalità durante una crociera. Vi possono essere lesioni dovute a cadute o altri incidenti, patologie dentarie, ustioni per scorretta esposizione a sole. Patologie legate ai movimenti delle imbarcazioni si verificano prevalentemente nel caso di barche, battelli o navi di piccole dimensioni.

Prima dell’imbarco i viaggiatori devono consultare un medico per accertare il proprio stato di salute in rapporto alla durata del viaggio ed all’impegno psico-fisico che esso comporta, per considerare l’utilità di vaccinazioni in rapporto allo stato immunitario e per concordare una farmacia da viaggio in grado di affrontare eventuali disturbi tra cui quelli legati a cinetosi. Sarebbe bene consultare anche il proprio dentista per un controllo.  Può essere utile stipulare una polizza assicurativa in grado di coprire i rischi sanitari. A bordo, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni disinfettanti.  In caso di diarrea o febbre a bordo, riportare immediatamente l’informazione allo staff medico ed una volta sbarcati al proprio medico.

Danni da scorretta esposizione al sole

I raggi ultravioletti (UV) del sole comprendono gli UVA (lunghezza d’onda 315-400 nm) e gli UVB (280-315 nm), pericolosi per la pelle e per gli occhi. L’intensità delle radiazioni  UV viene espressa dall’indice di irraggiamento solare UV (Global  Solar UV Index) che misura la radiazione pericolosa per la pelle. L’indice descrive il livello della radiazione solare UV alla superficie della Terra. La scala parte da zero; maggiore è il valore dell’indice, maggiore è il rischio di lesioni della pelle e degli occhi per un tempo di esposizione sempre più breve. I valori dell’Indice sono raggruppati in categorie di esposizione, i valori estremi sono superiori a 10. In generale, più ci si avvicina all’equatore più l’indice è elevato. Le radiazioni  UVB sono particolarmente intense in estate, nelle 4 ore attorno al mezzogiorno  solare. Le radiazioni  UV possono penetrare l’acqua chiara fino ad un metro di profondità o più. Le reazioni avverse delle radiazioni ultraviolette del sole sono le seguenti:

  1. L’esposizione alle radiazioni UV, specie le UVB, possono produrre  una severa ustione  debilitante, particolarmente nelle persone con pelle chiara.
  2. L’esposizione degli occhi può provocare una cheratite acuta (cecità delle nevi), mentre i danni cronici portano allo sviluppo di cataratta.
  3. L’esposizione alla luce del sole può provocare un’orticaria solare, con prurito, eritema e bolle nelle aree di pelle esposta alla luce del sole. Può avvenire dopo pochi minuti dall’esposizione al sole e generalmente dura poco.
  4. Gli effetti avversi cronici del sole sulla pelle comprendono: – lo sviluppo di cancri della pelle (carcino- mi e melanoma maligno), dovuti soprattutto alla radiazione  UVB, – l’invecchiamento accelerato della pelle, dovuto soprattutto alla radiazione  UVA che penetra  più profondamente nella pelle.
  5. L’interazione con tutta una serie di farmaci fotosensibilizzanti può produrre reazioni cutanee di intolleranza e provocare una dermatite fototossica o fotoallergica. Differenti categorie di farmaci come certi antibiotici, contraccettivi orali, alcuni antimalarici possono causare reazioni cutanee al sole. Le dermatiti fototossiche da contatto sono indotte dall’applicazione locale di prodotti, specialmente profumi, che contengono olio di bergamotto o altre essenze di agrumi.
  6. L’esposizione al sole può indebolire il sistema immunitario, accrescere il rischio di malattie infettive e limitare l’efficacia dei vaccini. Precauzioni da prendere:
  • Evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, quando l’intensità dei raggi UV raggiunge il massimo.
  • Portare un vestiario che copra le braccia e le gambe (il vestiario è più protettivo nei confronti degli UV rispetto alle creme solari).
  • Portare occhiali da sole aventi un filtro UV ed un cappello a larghe tese.
  • Applicare generosamente una crema solare a largo spettro ed avente un indice di protezione superiore a 15 sulle parti del corpo che non sono ricoperte da vestiti e ripetere frequentemente l’operazione.
  • Vigilare affinché i bambini siano ben protetti.
  • Evitare l’esposizione al sole durante la gravidanza.
  • Evitare un’esposizione eccessiva mentre si è in acqua.
  • Verificare che i trattamenti terapeutici in corso non aumentino la sensibilità ai raggi UV.
  • Se si sono avute in passato reazioni cutanee avverse, evitare ogni esposizione al sole e l’uso di prodotti che abbiano causato in passato tali reazioni avverse.

 

Disastri naturali ed ambientali

I viaggiatori possono essere esposti, analogamente alla popolazione residente del paese ove si recano, agli effetti di disastri naturali o provocati dall’uomo.

Lo tsunami  del 26 dicembre 2004 che fece poco meno di 300.000 vittime in Indonesia e in altri paesi del golfo del Bengala (Sri Lanka, India, Birmania, Thailandia, Malaysia) portò a morte centinaia di turisti che affollavano le spiagge thailandesi. Numerose sono state le catastrofi che hanno colpito l’umanità anche nel nuovo secolo, come il terribile terremoto del Giappone dell’11 marzo 2011.

L’uomo ha sempre convissuto con disastri e cataclismi di maggiore o minore portata sviluppando forme di prevenzione come nel caso delle costruzioni antisismiche, ma mantenendo sostanzialmente un atteggiamento fatalista di fronte alla forza sovrastante della natura.

Anche sul piano sulla risposta ai disastri, l’uomo ha sviluppato una certa capacità organizzativa per quanto riguarda i soccorsi, l’identificazione delle priorità, il coordinamento degli aiuti, la mobilitazione internazionale.

Terremoti, maremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, uragani possono colpire ovunque, ma vi sono aree geografiche geologicamente predisposte ad avvenimenti catastrofici. Nella voce sicurezza sono riportate le aree geografiche ove si registrano frequentemente alluvioni, uragani o dove esistono vulcani attivi. I viaggiatori ne devono essere consapevoli per poter assumere ogni decisione al riguardo.

Disastri naturali possono comportare la distruzione dei sistemi fognari e degli acquedotti e provocare malattie, anche con carattere epidemico come febbre tifoide, colera, epatite A, leptospirosi o causare malattie legate all’esposizione a spore come nel caso del tetano. Sono comunque i traumi, le ferite l’annegamento a causare i morti nel caso di terremoti o maremoti o eruzioni vulcaniche.

Anche il fuoco può essere nemico mortale in caso di incendi in hotel, discoteche, ristoranti. In hotel i viaggiatori dovrebbero pertanto prendere sempre visione delle vie di fuga.

Nel caso del Giappone, il rischio principale del dopo tsunami è stato quello radioattivo. Solo ad un  anno di  distanza dalla tragedia, le autorità del Giappone hanno rivelato che solo per poco è stata evitata una reazione a catena nella centrale che avrebbe dovuto comportare l’evacuazione di Tokyo e danni irreversibili per gli abitanti di quel meraviglioso paese.